Bonus 600 euro, INPS in tilt. Violata privacy utenti: “Attacco hacker”, il Garante indaga
Confusione ed un sito INPS completamente bloccato. Questa è l’attuale situazione che si trova davanti l’interessato che deve richiedere l’indennità di 600 euro, prevista dal Decreto “Cura Italia” come bonus di marzo per i mancati guadagni dovuti all’epidemia da COVID-19.
Una corsa all’accesso innescata proprio dall’INPS per aver inizialmente comunicato che le domande per l’indennità sarebbero state valutate in ordine cronologico. Tanto è bastato per dare il via ad un vero e proprio “click day” che non è stato molto mitigato dal successivo comunicato dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, dopo aver cancellato l’informativa online, in cui ha dichiarato che le domande potranno essere inviate anche nei giorni successivi.
Un aspetto importantissimo che sta emergendo in queste ore e riguarda una grave violazione della Privacy. Sono tante, infatti, le segnalazione che si possono leggere sui vari social riguardanti la possibilità di visualizzare dati personali e particolari di altri utenti una volta riusciti a loggarsi con le proprie credenziali.
In merito alla visualizzazione di informazioni di altri utenti, il presidente dell’INPS Pasquale Tridico ha dichiarato che il sito è stato oggetto di un attacco hacker che ha costretto a chiuderlo temporaneamente:
“Ciò che in questi giorni non ho potuto dire per ragioni di sicurezza: cioè che abbiamo ricevuto nei giorni scorsi e anche stamattina violenti attacchi hacker. Ovviamente nei giorni scorsi abbiamo informato le autorità di sicurezza nazionale, polizia e ministri vigilanti. Abbiamo dovuto sospendere temporaneamente il sito.”
Nel frattempo, il sito dell’INPS è stato messo off-line.
Dopo quanto accaduto, ovviamente, non poteva mancare l’intervento del Garante per la protezione dei dati personali. Il Presidente Antonello Soro ha dichiarato che verranno avviati subito accertamenti:
”Siamo molto preoccupati per questo gravissimo data breach. Abbiamo immediatamente preso contatto con l’Inps e avvieremo i primi accertamenti per verificare se possa essersi trattato di un problema legato alla progettazione del sistema o se si tratti invece di una problematica di portata più ampia. Intanto è di assoluta urgenza che l’Inps chiuda la falla e metta in sicurezza i dati”.
Quella della mancanza di sicurezza delle banche dati e dei siti delle amministrazioni pubbliche, ha aggiunto Soro, è una questione che si ripropone costantemente:
“SEGNO DI UNA ANCORA INSUFFICIENTE CULTURA DELLA PROTEZIONE DATI NEL NOSTRO PAESE”.